CHI SIAMO, COSA FACCIAMO,
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1. In Via Artisti 36, Torino, ha sede il Csa, Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base, che funziona ininterrottamente dal 1970 e al quale aderiscono le organizzazione sotto elencate[1].

2. In Via Artisti 36 hanno sede le seguenti organizzazioni:

- Fondazione Promozione sociale, Onlus, le cui principali attività riguardano la promozione dei diritti dei soggetti deboli, la consulenza gratuita per l'opposizione alle dimissioni dagli ospedali e dalle case di cura private convenzionate delle persone colpite da patologie invalidanti e da non autosufficienza che necessitano ancora di essere curate e che non possono essere seguite a domicilio, la corretta attuazione delle vigenti leggi in materia di contribuzioni economiche, la tutela personale (da definire caso per caso in base alle specifiche esigenze) del “durante e dopo di noi” dei soggetti attualmente o in futuro incapaci di autodifendersi;

- Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive ed affidatarie), ente morale ed Onlus, che si occupa dal 1962 in particolare della tutela delle esigenze e dei diritti dei minori in difficoltà e di garantire il loro diritto a crescere in famiglia (sostegno alle famiglie d’origine, adozione, affidamento familiare a scopo educativo, e – nei casi di assoluta impossibilità – inserimento transitorio in una comunità di tipo familiare alloggio, ecc.). Pubblica un bollettino informativo;

- Aps (Associazione promozione sociale), Onlus, le cui principali attività riguardano la pubblicazione dal 1968 della rivista trimestrale Prospettive assistenziali e dal 1976 del notiziario Controcittà, nonché della diffusione e vendita dei libri delle collane “Quaderni di promozione sociale” edita da Rosenberg & Sellier e “Persona e società: i diritti da conquistare” pubblicata dall’Utet Libreria e dall’Utet Università;

- Ulces (Unione per la lotta contro l’emarginazione sociale), ente morale e Onlus, che opera dal 1965 per la prevenzione delle situazioni di esclusione sociale e per la promozione dei diritti dei soggetti deboli. Possiede la collana di cui sopra e predispone i relativi testi il cui elenco è riportato più avanti. Nei casi di maltrattamento delle persone assistite partecipa ai processi penali costituendosi parte civile;

- Utim (Unione per la tutela degli insufficienti mentali), Onlus, che provvede dal 1991 non solo alla difesa delle persone con handicap intellettivo, ma anche alla predisposizione delle pratiche inerenti l’interdizione e la tutela delle persone totalmente e definitivamente incapaci di autodifendersi ed alla consulenza gratuita sull’amministrazione di sostegno.

3. In Via Artisti 36 hanno il loro recapito e si riuniscono:

- l’Associazione tutori volontari, Onlus, il cui campo d’azione concerne l’interdizione, la tutela, l’inabilitazione, la curatela, l’amministrazione di sostegno, nonché l’amministratore provvisorio;

- il Comitato per l’integrazione scolastica che opera per assicurare il diritto allo studio di tutti i soggetti in situazione di handicap, con particolare riguardo all’integrazione nella scuola dell’obbligo e nella formazione professionale di coloro che hanno una minorazione intellettiva; pubblica il notiziario bimestrale Handicap e scuola.

4. Il volontariato dei diritti

Tutte le organizzazioni aderenti al Csa e la Fondazione Promozione sociale operano secondo i principi del volontariato dei diritti le cui finalità sono molto diverse dal volontariato consolatorio.

Infatti, il volontariato dei diritti si caratterizza per gli interventi finalizzati alla rimozione delle cause dell’emarginazione delle persone deboli (può capitare ad ognuno di noi di diventare incapaci di autodifendersi!); interviene altresì per il riconoscimento di diritti esigibili per i suddetti individui e per la loro corretta attuazione. Opera, quindi, perché siano approvati i provvedimenti normativi (leggi, delibere, ecc.) necessari per garantire le esigenze fondamentali:

-               ai minori privi di adeguato sostegno da parte dei loro nuclei d’origine;

-               alle persone con handicap intellettivo e limitata o nulla autonomia;

-               agli adulti e agli anziani colpiti da patologie invalidanti e da non autosufficienza (ictus, infarti, pluripatologie, morbo di Alzheimer e altre forme di demenza senile).

5. I principali risultati raggiunti

I principali risultati raggiunti dalle organizzazioni facenti parte del Csa possono essere così riassunti:

-    approvazione delle leggi 431/1967 e 184/1983 relative all’adozione dei minori privi di sostegno morale e materiale da parte dei loro congiunti di origine. Le norme essenziali (ad esempio la dichiarazione dello stato di adottabilità, l’affidamento preadottivo, gli effetti legittimanti, ecc.) sono state ideate e promosse dall’Anfaa che aveva promosso nel contempo una massiccia campagna informativa circa le nefaste conseguenze della carenza di cure affettive familiari e del ricovero in istituto. Dai 310 mila minori istituzionalizzati nel 1960 si è scesi agli attuali 20 mila circa. Finora sono stati adottati oltre 100 mila minori italiani e stranieri;

-    promozione del riconoscimento di diritti effettivamente esigibili ai nuclei familiari in gravi difficoltà socio-economiche. Alcuni diritti esigibili sono presenti nella legge della Regione Piemonte n. 1/2004;

-    avvio dei servizi di affidamento familiare a scopo educativo dei minori (la prima delibera del nostro Paese è stata approvata dalla Provincia di Torino nel 1971), nonché dei soggetti con handicap e degli anziani (si veda la delibera del Comune di Torino del 1976);

-    azioni varie per la non creazione di barriere architettoniche e per l’abbattimento di quelle esistenti;

-    riconoscimento da parte del Comune di Torino di una Commissione di vigilanza composta da volontari del Csa con il compito di effettuare visite di controllo in qualsiasi ora del giorno e della notte in tutte le strutture residenziali e semiresidenziali in cui sono inseriti utenti di Torino. Analogo riconoscimento è stato disposto dal Cisap, Consorzio dei servizi alla persona dei Comuni di Collegno e Grugliasco;

-    iniziative volte all’effettivo superamento del ricovero in istituto e all’adeguamento quantitativo e qualitativo delle strutture residenziali destinate alle persone in difficoltà (minori, soggetti con handicap intellettivo, anziani autosufficienti e non, ecc.);

-    promozione dell’inserimento prescolastico, scolastico e professionale degli allievi con handicap, nonché dei corsi prelavorativi per i soggetti con handicap intellettivo lieve e medio lieve (delibere della Giunta della Regione Piemonte del 22 dicembre 1983 e del Consiglio comunale di Torino del 6 febbraio 1984);

-    iniziative volte all’assunzione presso aziende pubbliche e private di soggetti con handicap fisico grave o con handicap intellettivo lieve e medio lieve. Dette assunzioni sono state finora più di 500;

-    promozione del volontariato intrafamiliare rivolto ai congiunti e alle terze persone che curano e assistono persone con limitata o nulla autonomia (la prima sperimentazione è stata approvata dal Cisap, Consorzio dei servizi alla persona dei Comuni di Collegno e Grugliasco nel 2001);

-    approvazione della legge della Regione Piemonte n. 26 del 2006 volta a fornire i necessari sostegni alle gestanti e madri in gravi condizioni di disagio affinché con la massima responsabilizzazione possibile riconoscano o non riconoscano i loro nati. La legge ha altresì lo scopo di prevenire gli infanticidi e gli abbandoni che mettono in pericolo la vita dei neonati;

-    azioni di natura culturale, informativa e di difesa dei casi singoli dirette a garantire le necessarie cure sanitarie anche alle persone (anziane e non) colpite da patologie invalidanti e da non autosufficienza. Al riguardo opera il Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti, attualmente gestito dalla Fondazione Promozione sociale, che fornisce la necessaria consulenza per l’opposizione alle dimissioni da ospedali e da case di cura convenzionate dei malati cronici che necessitano della prosecuzione delle cure e non sono, per qualsiasi motivo, curabili a domicilio;

-    iniziative volte ad ottenere il rispetto delle leggi vigenti in base alle quali gli ultrasessantacinquenni non autosufficienti ed i soggetti con handicap in situazione di gravità devono contribuire alle spese relative al loro ricovero o alla frequenza di centri diurni esclusivamente in base alle loro personali risorse economiche, senza alcun onere per i loro congiunti;

-    iniziative culturali per promuovere un concetto di filiazione, paternità e maternità fondato sui vincoli affettivi e sul crescere “insieme” (e non fondato esclusivamente sui vincoli di sangue senza alcun rapporto affettivo/educativo) e per il riconoscimento dell’adozione quale “vera” genitorialità;

-    iniziative per favorire l’inserimento e l’integrazione nella scuola di tutti i bambini compresi i minori adottati o affidati.

L’elenco completo dei risultati raggiunti è contenuto nel volume Il volontariato dei diritti. Quarant’anni di esperienze nel campo della sanità e dell’assistenza, di  Giuseppe D’Angelo, Anna Maria Gallo e Francesco Santanera, Utet Libreria.

6. Attività svolte attualmente

- Consulenza in merito al diritto alle cure sanitarie e socio-sanitarie degli adulti e degli anziani colpiti da patologie invalidanti e da non autosufficienza, nonché nei riguardi dei contributi economici a carico degli assistiti;

- attività informative riguardanti i soggetti con handicap intellettivo e limitata o nulla autonomia;

- pratiche relative all’interdizione e all’amministratore di sostegno;

- raccolta e diffusione delle informazioni concernenti la situazione dei soggetti incapaci di autodifendersi (libri, giornali, riviste specializzate e divulgative, radio, televisioni, ecc.);

- analisi delle notizie e, ove necessario, tempestive prese di posizione (comunicati stampa, volantini, articoli, ecc.);

- redazione di bozze e di proposte di legge riguardanti le scelte programmatiche e le linee operative delle istituzioni;

- iniziative per confronti aperti e costruttivi con i gruppi che perseguono analoghe finalità;

- diffusione della documentazione relativa alle scelte decise (articoli, volantini, comunicati stampa, relazioni per convegni, conferenze, corsi di formazione, dibattiti, ecc.), anche tramite la rivista trimestrale Prospettive assistenziali e il notiziario Controcittà;

- predisposizione di proposte di legge nazionali e regionali, nonché di delibere di Comuni singoli e associati, di Province e di altri enti pubblici, nonché di bozze di regolamenti, di circolari e di altri provvedimenti;

- organizzazione di iniziative, di manifestazioni, confronti, presidi di protesta e di proposta, volantinaggi, petizioni.

 7. Un esempio della complessità del nostro lavoro

Opporsi alle dimissioni da ospedali o da case di cura convenzionate di una persona anziana colpita da patologie invalidanti e da non autosufficienza non consiste – come molti ritengono – nella semplice compilazione del modulo predisposto allo scopo, anche se, per chi si rivolge in Via Artisti, in genere tutto viene fatto in 15-20 minuti.

Precisiamo che quella compilazione è solamente la parte terminale di un lavoro molto complesso.

Infatti, per predisporre in modo valido il modulo, siamo stati impegnati a ricercare ed analizzare le leggi vigenti che garantivano sia il diritto alle cure sanitarie degli anziani cronici non autosufficienti e dei soggetti assimilabili, sia la possibilità di presentare osservazioni e opposizioni nei confronti del Servizio sanitario nazionale.

Detta attività prosegue senza soste allo scopo di essere aggiornati in merito alle nuove disposizioni e per poter assumere le occorrenti iniziative dirette a contrastare le prese di posizione, purtroppo numerose e frequenti, di politici, di amministratori e di studiosi che vorrebbero trasferire le competenze in materia di anziani cronici non autosufficienti dalla sanità (settore in cui vi sono importanti diritti esigibili) all’assistenza (quasi sempre ancora caratterizzata dalla discrezionalità delle prestazioni e quindi senza che i cittadini possano pretendere gli interventi, compresi quelli urgenti e fondamentali).

Allo scopo dobbiamo:

-  assumere le informazioni tramite giornali e riviste (in totale oltre cento pubblicazioni);

-  prendere contatto con gli autori soprattutto mediante telefonate, incontri e lettere;

-  predisporre promemoria e documenti e provvedere al loro invio;

-  organizzare volantinaggi e presidi e altre iniziative informative;

-  raccogliere le adesioni a sostegno delle nostre posizioni. Al riguardo sono state predisposte petizioni popolari e sono state raccolte le relative firme tramite varie iniziative (convegni, dibattiti, ecc.);

-  consultare esperti dei vari settori (giuristi, medici, ecc.).

 8. Spese a nostro carico

Pur essendo l’attività prevalente fornita da volontari (ai quali deve essere per legge garantito il rimborso delle spese vive sostenute e l’assicurazione contro gli infortuni), vi sono organizzazioni che hanno anche del personale stipendiato:

-  l’Anfaa, una assistente sociale a tempo pieno;

-  la Fondazione Promozione sociale, una impiegata a metà tempo;

-  l’Associazione promozione sociale, una addetta a metà tempo;

Inoltre, tutte le organizzazioni devono coprire le spese riguardanti l’affitto, il telefono, la luce, la cancelleria, l’acquisto e la manutenzione delle attrezzature, ecc.

L’importo di dette spese è assai rilevante. Come risulta dai bilanci approvati e visibili su semplice richiesta, per l’anno 2006 le uscite sono state le seguenti:

-  Fondazione Promozione sociale euro 18.268,87;

-  Anfaa euro 82.378,56;

-  Associazione promozione sociale euro 50.636,14;

-  Ulces euro 26.592,80;

-  Utim euro 10.212,00.

Pertanto, considerata anche l’assoluta assenza di interventi economici del settore pubblico, per la prosecuzione delle suddette attività sono essenziali i contributi economici dei privati, in particolare delle persone che hanno beneficiato delle nostre consulenze con risparmi anche notevoli, in certi casi alcune migliaia di euro.

 9. Come collaborare

Coloro che intendono collaborare alle attività del Csa o a quelle delle sopra citate organizzazioni possono:

a)        iscriversi a una o più delle associazioni facenti parte del Csa;

b)        promuovere gli abbonamenti e abbonarsi a Prospettive assistenziali e a Controcittà;

c)        versare contributi economici (detraibili dalle imposte);

d)       destinare il 5 per mille alla Fondazione Promozione sociale (codice fiscale n. 97638290011) o all’Anfaa (codice fiscale n. 80097780011) o all’Utim (codice fiscale n. 97549820013);

e)        provvedere alla distribuzione davanti a ospedali e case di cura private convenzionate di volantini sul diritto alle cure sanitarie e socio-sanitarie degli anziani cronici non autosufficienti (è richiesta una disponibilità di almeno 3 ore ogni 15 giorni);

f)         promuovere la vendita di libri della collana “Persona e società: i diritti da conquistare”, edita dall’Utet libreria i cui volumi sono disponibili presso la sede di Via Artisti 36 (contatti con Università, scuole, associazioni, ecc.);

g)       far parte della Commissione del Csa che verifica strutture di ricovero di minori, di soggetti con handicap e di anziani sulla base dell’apposita delibera del Comune di Torino;

h)       organizzare eventi da concordare, ad esempio dibattiti, conferenze, corsi di formazione di volontari, presidi di protesta e proposta, raccolta di firme, progetti, ecc.;

i)         predisporre fuori della città di Torino uno o più sportelli (impegno minimo almeno tre ore settimanali) per fornire informazioni circa il diritto alle cure sanitarie e socio-sanitarie e in merito all’opposizione delle dimissioni di anziani malati cronici non autosufficienti che necessitano ancora di essere curati e che non possono esserlo a casa loro;

l)         attuare ricerche da concordare in merito alla situazione di minori, degli adulti e degli anziani in condizioni di disagio sociale e quindi riguardanti uno o più di questi settori: aiuti ai nuclei familiari in difficoltà, adozione, affidamenti familiari a scopo educativo, centri diurni, comunità alloggio e altre strutture residenziali per le persone colpite da patologie invalidanti e da non autosufficienza, ecc.;

m)     organizzare momenti pubblici (serate, spettacoli, feste) per promuovere la conoscenza dei diritti di chi non è autosufficiente e raccogliere fondi;

n)       offrire la propria disponibilità per svolgere la tutela di persone prive di una rete familiare, in collaborazione con l’Associazione tutori volontari;

o)        partecipare come socio attivo alle riunioni dell’associazione scelta;

p)       attività di segreteria e/o di piccola contabilità;

q)        collaborazione redazionale con Prospettive assistenziali e Controcittà;

r)        predisposizione di progetti finalizzati alla promozione e diffusione dei libri delle collane edite dall’Utet e da Rosenberg & Sellier;

s) altre attività da definire di comune accordo


 

[1] Fanno parte del Csa le seguenti organizzazioni: Associazione Geaph, Genitori e amici dei portatori di handicap di Sangano (To); Agafh, Associazione genitori di adulti e fanciulli handicappati di Orbassano (To); Aias, Associazione italiana assistenza spastici, sezione di Torino; Associazione “La Scintilla” di Collegno-Grugliasco (To); Associazione “Mai più istituti di assistenza”; Anfaa, Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie; Associazione “Odissea 33” di Chivasso; Associazione “Oltre il Ponte” di Lanzo Torinese; Associazione “Prader Willi”, sezione di Torino; Aps, Associazione promozione sociale; Asvad, Associazione solidarietà e volontariato a domicilio; Atv, Associazione tutori volontari; Cogeha, Collettivo genitori dei portatori di handicap, Settimo Torinese (To); Comitato per l’integrazione scolastica; Coordinamento dei Comitati spontanei di quartiere; Coordinamento para-tetraplegici; Cumta, Comitato utenti mezzi trasporto accessibili; Ggl, Gruppo genitori per il diritto al lavoro delle persone con handicap intellettivo; Grh, Genitori ragazzi handicappati di Venaria-Druento (To); Gruppo inserimento sociale handicappati ex Ussl 27 Ciriè; Ulces, Unione per la lotta contro l’emarginazione sociale; Utim, Unione per la tutela degli insufficienti mentali; “Vivere Insieme” di Rivoli (To).